RELITTO DEL CAPUA - CASTELLAMMARE DEL GOLFO (TP) -
MARE | LOCALIZZAZIONE | PROFONDITA' | DIFFICOLTA' | INTERESSE BIOLOGICO |
TIRRENO MERIDIONALE |
PRESSI TONNARA DI SCOPELLO |
28 - 38 Mt. |
MEDIA |
ELEVATO |
CORRENTE | VISIBILITA' | PERICOLI | LOCALIZZAZIONE | INTERESSE FOTOGRAFICO |
LIEVE O MODERATA | DISCRETA, TALVOLTA SCARSA |
RETI E CIME ABBANDONATE |
MEDIA DIFFICOLTA' |
ELEVATO |
Il 17 Aprile del
1943, la nave CAPUA si trovava in navigazione da Trapani a Palermo, quando,
giunti nel golfo di Castellammare, scoppiò un incendio a bordo non riuscendo a
domarlo l'equipaggio abbandonò la nave allontanandosi con le scialuppe
raggiunse la vicina tonnara di Scopello .
Su questa vicenda si intrecciano strane leggende, c'è chi sostiene addirittura
che l'incendio venne provocato volontariamente dall'equipaggio perché era ormai
stufo della guerra in corso.
Attualmente il Capua è adagiato in assetto di navigazione su di un fondale sabbioso di circa 38 metri. In condizioni di visibilità buone, appena iniziata la discesa lungo la cima è già possibile vedere la sagoma del relitto. Il relitto si presenta ancora in buone condizioni ed è penetrabile in più punti. Numerose cime e reti abbandonate però consigliano un atteggiamento prudente. Non appena ci si avvicina al relitto una coppia di gronghi di ragguardevoli dimensioni, inizia a girare intorno ai subacquei con una crescente curiosità, quasi a ribadire che non gradiscono l'invasione del loro territorio. I gronghi saranno "compagni" di immersione per quasi tutta la durata dell'esplorazione, probabilmente qualcuno, in precedenza, deve aver elargito qualche boccone succulento che è rimasto impresso nella memoria di questi innocui abitanti del relitto.
L'esplorazione di tutto il relitto (45 metri l.f.t.) è possibile in una sola immersione a condizione di non attardarsi troppo nelle stive o a guardare in tutti gli anfratti da cui spuntano aragoste, astici, murene e scorfani. La superficie dell'intero relitto è ricoperta di incrostazioni e la vita marina sembra aver colonizzato ogni parte libera del relitto. I subacquei più attenti potranno identificare numerosi tipi di nudibranchi presenti un pò ovunque. Adagiata sulla sabbia alla base della murata di tribordo, fa bella mostra di se una mitragliatrice pesante quasi a ricordare la natura "bellica" di questo tesoro sommerso. Proprio nelle vicinanze una grossa murena entra ed esce dalla tana, quasi infastidita da tanto trambusto.
Dopo circa 15 minuti di immersione, quasi tutti i computer indicano che il tempo a disposizione e scaduto, veloci verso la prua del relitto e la cima di risalita. Un ultimo sguardo verso il basso permette di vedere ancora una volta tutto il relitto nel suo insieme e di scattare le ultime foto. La lenta risalita, per chi non ha accumulato decompressione saranno sufficienti i tre minuti di sosta di sicurezza prima di ritornare in superficie. Il primo sguardo va diretto verso la vicina tonnara di Scopello, i suoi faraglioni e il parco dello Zingaro. Arrivederci Capua, torneremo presto.